Lunedì, 10 Aprile 2017

TRENTINO, SVILUPPO E PARTECIPAZIONE

E’ davvero possibile coniugare sviluppo e partecipazione? La difficoltà delle inevitabili scelte per i nuovi investimenti sul fondo strategico – circa 80 milioni di euro – con la volontà degli abitanti dei comuni e delle comunità di far contare la loro esperienza e il loro sapere nello sviluppo e della valorizzazione dei luoghi dove vivono?

In questi mesi, prendendo parte attivamente alle esperienze partecipative promosse dal mio assessorato, mi sono convinto che questo è non solo possibile, ma anche necessario.

Sono stati organizzati incontri in ogni Comunità di valle con la partecipazione degli amministratori e dei singoli cittadini, coadiuvati dall’Autorità per la partecipazione. Alla prima fase di 15 incontri, dove ognuno poteva proporre interventi per lo sviluppo del proprio territorio, ne sta seguendo una seconda per la definizione delle priorità.

In questi incontri ho visto come le amministrazioni locali ed i cittadini trentini abbiano ormai maturato la convinzione che i nuovi investimenti pubblici devono essere destinati alla costruzione di strutture che riescano a coniugare le nuove esigenze con il mantenimento degli aspetti ambientali e paesaggistici. Ho visto come i partecipanti agli incontri siano pienamente consapevoli della necessità di fare del Trentino una terra di sviluppo e di coesione territoriale.

Ho incontrato ben poche persone seguaci del «tutto sbagliato, tutto da rifare». Pochi erano inclini al continuo «il problema è ben altro». Ho sentito critiche ed espressioni di insoddisfazione, ma raramente in tono distruttivo. Tutti erano consapevoli dell’importanza di un ruolo attivo e fermo dell’amministrazione. Vi è una percezione diffusa, come peraltro risulta da qualunque graduatoria fatta dalle tante società di valutazione, della buona qualità dei servizi e delle infrastrutture trentine.

Ho incontrato persone che vogliono, giustamente, difendere ciò che si è conquistato negli anni. Non cercano l’immobilismo. Vogliono la promozione di azioni che diano nuova linfa alla qualificazione degli elementi che rendono competitivi i territori, in un’ottica di sostenibilità ambientale, economica e sociale.

Attraverso questa esperienza mi sono convinto che la consapevolezza di avere imboccato una strada di cambiamento nei rapporti con il cittadino

Insieme all’idea che tale cambiamento richieda nuove politiche di programmazione sociale che abbiano come fine la scelta condivisa di obiettivi strategici sui quali concentrare le minori risorse disponibili.

Incontro dopo incontro, ho visto emergere anche un’idea di sviluppo locale, che si è andata delineando in modo sempre più preciso. La vera risorsa delle comunità locali è l’organizzazione del territorio in funzione delle persone che dovranno viverci, in chiave di valorizzazione territoriale. Tutte le politiche dovranno essere improntate ad una maggiore caratterizzazione dei valori locali con investimenti volti ad aumentare la salubrità dell’aria, dell’acqua e degli elementi base ed identitari su cui si fonda il nostro Trentino.

Non una semplice visione bucolica o nostalgica, ma un Trentino del futuro, che crea un legame tra tradizione e modernità, con nuovi modelli di sviluppo identitari e di rafforzamento dei beni collettivi. Questa valorizzazione territoriale consente di costruire distretti di qualità, in grado di esprimere pienamente capacità attrattive per investimenti con evidenti ricadute sulla popolazione e stimolo per l’intera economia locale.

Uno sviluppo locale e partecipato che consenta al territorio di risultare attrattivo per le imprese che vogliono cogliere le opportunità di un ambiente dove la biodiversità crea un giusto equilibrio nell’ecosistema.

Non siamo all’anno zero. Alcuni passi sono stati già compiuti: cito ad esempio, gli interventi sostenuti dal fondo del paesaggio per il miglioramento dell’ambiente naturale e della sua percezione con il recupero delle aree prative rispetto all’espansione del bosco nel fondovalle e delle aree dismesse dall’attività agricola. Tali interventi, strutturati nel piano triennale, sono già stati attivati in tutto il Trentino. Inoltre segnalo la Scuola per il governo del territorio e del paesaggio che svolge un’azione formativa ed educativa nelle scuole, sulle nuove generazioni, per la tutela e valorizzazione del territorio quale risorsa non rinnovabile.

Ma si può fare di più. Le proposte sviluppate nei tavoli di concertazione organizzati nelle varie Comunità trentine, affrontano la riqualificazione dei centri storici e dei centri turistici, propongono progetti di pedonalizzazione urbani, infrastrutture strategiche quali parcheggi di testata, circonvallazioni leggere dei paesi, potenziamento delle piste ciclabili di valle ed altri progetti innovativi che riguardano la mobilità. E non dobbiamo dimenticare i progetti di cablatura capillare dell’intero territorio con la banda larga e reti WI-FI diffuse e gratuite, che possono e devono trovare compimento in tempi brevi.

Finita la fase di concertazione e di condivisione dei progetti, si apre la vera sfida: la realizzazione degli stessi. Una fase che affrontiamo tuttavia con più coraggio, proprio per quello che abbiamo imparato durante l’ascolto.